martedì 7 giugno 2016

In realtà sono banalmente io la ruggine, i graffi. Paolo Mezzadri si racconta, tra ferro e polvere.

Gli incontri più insoliti sono spesso quelli che ci arricchiscono di più. E’ quello che mi sta accadendo da quando seguo il lavoro ed il diletto di Paolo Mezzadri. Il piacevole osservare e disquisire sul suo operato, si contrappone ad una grande e personale difficoltà, quella di riuscire a catalogarlo. 
Molte sono le definizioni che mi verrebbero in mente: tutte vanno bene, tutte sono limitanti.
Artigiano del ferro, artista del metallo, poeta della materia. 
Quel che è certo è che Paolo lavora il ferro con grande maestria, partendo da pezzi di scarto, raccontando la storia di ogni pezzo e cambiandone il destino trasformandolo in un’opera, in un oggetto. E tutto questo lo fa accompagnando ed affiancando il suo lavoro a pensieri, fotografie e parole capaci di offrire suggestioni ed emozioni tali da far percepire viva ogni sua opera, quasi che questa fosse capace di movimento e parola.
Non preoccupatevi quindi se leggerete Paolo tutto d’un fiato. Non è un errore ma una precisa scelta di Paolo, più avanti scoprirete il motivo…


gdl “Ho iniziato ad usare il ferro per lavoro e non per passione.” Questo è quello che si legge entrando nel tuo sito. Come è nata questa avventura?

PM Non credo sia un'avventura, credo che sia stata la voglia e la caparbietà di capire cosa potesse esserci più avanti l'avventura è adesso dopo che ho capito che poteva esserci un’altra stanza un altro mondo altri perché altri modi





gdl I tuoi pezzi sembrano uscire dal tempo. Pezzi di scarto, pieni di ruggine, graffiati sembrano riprendere vita grazie al tuo intervento creativo. Perché hai deciso di partire proprio da questi materiali di scarto per realizzare le tue opere?

PM Premetto che non tutti i miei pezzi nascono senza utilizzare pezzi di scarto - lo scarto - quello che definisco tale in realtà sono banalmente io la ruggine i graffi il tempo che altera il materiale lo associo alla mia esistenza diciamo che credo di conoscere questo modo di essere





gdl Qualcuno potrebbe contestare che si tratti di opere fine a se stesse, belle da vedere. Ma sappiamo che non è questo quello che cerchi e che vuoi…

PM Qualcuno potrebbe ... credo sia giusto e corretto non obietto non dico non - mi interessa - 
Credo che fare e creare possa essere utile per molte cose se poi è' utile a noi ecco questa è' il fine è forse l'unica magia





gdl Quale è il legame con i tuoi pezzi? Quali passioni ed emozioni ti trasmettono e quali sono quelli che meglio raccontano il tuo lavoro?

PM Credimi tutti i pezzi sono - io - sono momenti veloci attimi senza fiato sono un miscuglio di incontri e di possibilità nessun pezzo è più importante di un altro non riesco a trovare il pezzo più - importante - lo penso sinceramente spesso nel silenzio del mio spazio rivivo mentalmente momenti e sono felice e sono libero





gdl Non sei fotografo e non sei scrittore, eppure usi queste due discipline con estrema maestria accompagnando il tuo lavoro con raffinate visualizzazioni e suggestioni attraverso le immagini e le parole. Da dove nasce tutto questo?

PM Dalla curiosità di provare dal desiderio di provarci scrivo di getto senza punteggiature scatto veloce senza senso come se ci fosse un bisogno una esigenza un qualche cosa che mi chiama tutto qui





gdl E ora verso quale direzione andranno i tuoi racconti, le tue storie, i tuoi pezzi?

PM Vorrei trovare la leggerezza vorrei conoscerla e forse potei amarla i miei pezzi andranno verso altre storie probabilmente in equilibrio come sempre mischiando necessità e sogni





gdl Grazie Paolo, ci ritroveremo tra la ruggine e la polvere...

PM Grazie a te per queste domande che mi hanno fatto viaggiare ed arrugginire un po di più    
a presto amico caro



foto di Chiara Boniardi

foto di Chiara Boniardi



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