giovedì 18 giugno 2015

quante sono per te le forme d'arte?

Qualche tempo fa le amiche Annika ed Alma di Villacolle, innovativa esperienza scolastica attiva a Bari che vi ho presentato tempo fa, mi hanno fatto una richiesta: “Stiamo riflettendo, su cosa s'intende per forme d'arte... nel nostro metodo non si vuole escludere nessuna componente artistica... quindi ho bisogno di aiuto e di capire come la pensano altre persone che ritengo competenti”.
Da questa domanda è scaturita una riflessione ed un testo che ho inviato loro e che fa parte di una ricerca importante e finalizzata alla pubblicazione del loro metodo e su cui stanno ancora lavorando.
Mentre auguro ogni bene ad Annika ed Alma, oggi voglio condividere con voi quel testo e quelle riflessioni.


quante sono per te le forme d'arte?

Nel linguaggio contemporaneo la parola arte rappresenta qualsiasi attività, attraverso la quale l’uomo comunica la propria creatività attraverso le più svariate forme espressive, siano esse parole, immagini, suoni.
Quello che possiamo dire con certezza è che l’arte si esprime attraverso differenti discipline.  Conosciamo tutte quelle classiche dalla pittura, alla musica, dall’architettura alla scultura, dalla letteratura alla danza.
Molte sono le catalogazioni dell’arte che nel tempo si possono contare: arti maggiori (nove o dieci ) da cui emanano le arti minori, per tipologia, per senso.
Ma quale di queste infinite catalogazioni già realizzate o realizzabili andrebbe presa come riferimento universale?
Domande la cui risposta sembra non avere risposta e alla quale potremmo aggiungere facilmente altre due domande. Chi è un artista? E ancora ma artisti (o creativi) si nasce o si diventa?
Certo potremmo soffermarci sulla necessità di approfondire gli aspetti tecnici di ogni singola disciplina o il contenuto di messaggi trasmessi attraverso l’opera artistica ma anche qui non arriveremo a nessuna. Potremmo disquisire e sostenere questa o quella catalogazione delle discipline artistiche, senza venirne a capo mancando, per così dire un metro di misura per determinare cosa è arte e cosa no e di conseguenza quali sono le discipline artistiche.
Così procedendo ognuno potrebbe andare avanti all’infinito a girare attorno alla domanda, senza mai giungere ad una risposta concreta. Oppure ci troveremmo sommersi da una miriade di definizioni differenti, tutte (o quasi) corrette.
Concludendo mi verrebbe, senza averne però la completa convinzione, di sostenere la tesi per cui l’arte è ogni qualsivoglia forma espressiva visiva o figurativa, attraverso la quale trasmettere emozioni o messaggi agli altri, tutto questo indipendentemente da regole e schemi precostituiti di discipline o catalogazioni artistiche.
A questo punto però ci troviamo punto e a capo. Qualcuno potrebbe obiettare sostenendo la tesi, estremamente banale e vera allo stesso tempo, che il vivere stesso è un’arte. Ancora potremmo ritrovarci concordi sull’assenza di un linguaggio o pensiero artistico unico riconosciuto, così pure come l’assenza di un unico codice interpretativo.
Ma tant’è, questa è la mia risposta definitiva.




Note a piè pagina
Andando indietro nel tempo (2005), un esperimento di piccolo diario artistico poi abbandonato conteneva alcune riflessioni, una delle quali risulta affine alla domanda che mi è stata posta. 
Si trovano sempre nuovi argomenti, nuove cose da cui trarre ispirazione e da poter utilizzare per nuove sperimentazioni. Ma quel che più conta VIVI. Sono infatti le tue emozioni e i tuoi sentimenti che si trasmettono attraverso quello che cerchi di creare.

L’arte è tutto
L’arte è niente
Lo stesso VIVERE è un arte

Da profano permettetemi di gasarmi davanti a queste tre affermazioni.

La necessità di comunicare emozioni e sentimenti che provi sulla tua pelle si fa spazio nella tua mente, raccontare ciò che ti accade intorno diventa una necessità, ciò che vedi, respiri, tocchi non può avere solo questa o quella funzione. Un oggetto non risulta più solo funzionale e quotidiano ma acquisisce nuovi significati, diventa simbolo, esce dalla sua quotidianità. 




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