lunedì 24 febbraio 2014

Incontro tecnico ghiaia vetro cellulare Misapor

Mercoledì prossimo 05 marzo 2014 a Crocetta del Montello, parteciperò ad un evento formativo su invito riguardante un materiale già ampiamente utilizzato e sperimentato in Europa e che inizia a farsi strada anche in Italia: la ghiaia di vetro cellulare.

Un prodotto dalle straordinarie proprietà, adatto a molte applicazioni, dall'isolamento al riporto leggero, con un occhio di riguardo al risparmio energetico, alla sostenibilità ed alla gestione del cantiere.


Programma dell'incontro tecnico
- MISAPOR - oltre 25 anni di produzione di ghiaia di vetro cellulare
- ghiaia di vetro cellulare - che cos'è, l'uso, i vantaggi
- approfondimenti tecnici
- gestione del cantiere con MISAPOR

Relatori :
Dr. Michael Kompatscher (direttore commercial Europa - MISAPOR Svizzera)
Agostino Oliverio (responsabile vendite e consulente tecnico MISAPOR Italia)

L'incontro è organizzato da Misapor e Salizzo de Cogoli, partner per Veneto e Friuli Venezia Giulia.

martedì 11 febbraio 2014

Il cicinàto, design mediterraneo

da un'idea di Franz Falanga (grazie)...

Non molto tempo fa l'amico e architetto Franz Falanga mi ha inviato un testo nel quale analizza e descrive un oggetto che ha catturato la mia attenzione: il cicinàto.
Si tratta di un oggetto della tradizione popolare e contadina dell'italia meridionale e con buona probabilità dell'area mediterranea.

La lettura del testo dedicato al cicinàto, ha fatto nascere una riflessione ed una domanda: il cicinàto può essere considerato un oggetto di design?

Bruno Munari nel suo libro Da cosa nasce cosa (Editori Laterza), cerca di inquadrare il percorso progettuale e creativo.
Munari inizia la sua riflessione citando Bruce Archer:
"il problema di design nasce da un bisogno"
e prosegue poi in un lungo racconto dei tanti fattori che intervengono tra il problema e la soluzione.

Incipit della riflessione
Che cos'è un problema
di Bruno Munari

Alla luce della riflessione di Bruno Munari, il cicinàto sembra rientrare a pieno titolo tra oggetti di design. Un oggetto cioè derivato da una ricerca attenta e puntuale, volta a unificare nell'oggetto stesso funzione e forma, finalizzate alla risoluzione di un problema, alla facilitazione di un'attività umana.

Nel testo dell'architetto Franz Falangache descrive minuziosamente il cicinàto e le sue caratteristiche, si scopre come questo oggetto sia stato realizzato cercando di risolvere un problema, analogamente al metodo presentato da Munari. 
E' plausibile ipotizzare che il cicinàto sia nato, con buona probabilità, grazie ad una conoscenza tradizionale e popolare piuttosto che ad un reale percorso progettuale,  anche alla luce dell'epoca presunta della sua invenzione. 


testo di Franz Falanga
Per chi non conosce quest’oggetto, va subito detto che è un contenitore di acqua potabile, nato con buona probabilità nell'area mediterranea e che in agro di Bari si chiama U CICENE (con l’accento sulla prima i, u cìcene), nell'alta Murgia si chiama U CECENATE (con l’accento sull'ultima a, u cecenàte) e in agro di Lecce si chiama LU VUMMILI (con l’accento sulla penultima i, lu vummìli). Avrà certamente altre denominazioni ma io conosco solo queste tre. In questa mia conversazione per comodità userò il secondo termine dopo averlo italianizzato, per cui lo chiamerò, da ora in poi, il cicinàto.

Perché è un oggetto da prendere in considerazione? Perché ha delle caratteristiche funzionali e, conseguentemente, un uso assolutamente straordinario.

Il cicinàto

Come potete ben vedere, si tratta di un contenitore panciuto in terracotta NON smaltata, con una particolare imboccatura piccola, con una rigonfiatura  nel collo e con due comodi manici. Va detto che la mancanza della smaltatura sulla pancia è assolutamente fondamentale.

Ciò detto parliamo dell'utilizzo del cicinàto. I contadini dell’Italia meridionale lo usano per bere quando sono al lavoro nei campi. Viene usato particolarmente d’estate perché ha la capacità di conservare il contenuto, cioè l’acqua, assolutamente fresca, anzi freschissima anche nei giorni più caldi del solleone. 

Basterà tenerlo esposto al sole. Avete capito benissimo, esposto al sole. L’operazione da compiere è dunque la seguente. Si riempie il cicinàto di acqua potabile avendo cura subito dopo di bagnare con l’acqua tutta la superficie esterna del contenitore.  Una volta riempito d’acqua e dopo averlo bagnato esternamente, va poggiato per terra facendo però in modo da farlo stare sempre esposto al sole. 
Dopo pochi minuti vi accorgerete che, pur evaporando l’acqua con la quale il cicinàto è stato inizialmente bagnato, la superficie esterna del contenitore continuerà, per tutto il periodo in cui sarà esposto al sole, a trasudare in modo da lasciare sempre bagnata la pancia del cicinàto.  A trasudare questa volta però, sarà solo l’acqua contenuta.
 Questa sudorazione, dall'interno verso l’esterno,  tenderà sempre più ad abbassare la temperatura dell’acqua interna, acqua che quindi continuerà in continuazione a diventare sempre più fresca. 
Questo scambio di calore, questa sudorazione del contenitore, che tale è dal punto di vista della fisica e che funziona analogamente al nostro corpo umano, accade perché, come inizialmente si è detto, il nostro contenitore non è assolutamente smaltato esternamente (né internamente). 
Diversamente contenitori che abbiano la pancia lucida, bella, smaltata, non otterrebbero gli stessi risultati in quanto non potrebbero trasudare l’acqua verso l’esterno, rendendola in poco tempo calda come un brodo e pertanto imbevibile.

Il cicinàto visto dall'alto

I due manici del cicinàto servono sia per maneggiarlo comodamente, sia per poterlo appoggiare sulla parte esterna del braccio, all'altezza del gomito fra l’avambraccio e la parte superiore del braccio, per  poter meglio bere l’acqua direttamente dal cicinàto



Particolare del collo del cicinàto
Ora spiegherò il perché, è comodo e piacevole bere l’acqua direttamente dal cicinàto.
Il tutto è legato alla strana forma che ha il collo del nostro cicinàto. Come avrete ben potuto notare, fra il corpo panciuto del cicinàto e l’imboccatura vera e propria si trova uno strano rigonfiamento, che è l’uovo di Colombo per poter bere con grande goduria e facilità senza che vada persa acqua durante l’avida bevuta.
L’importante rigonfiamento del collo del cicinàto, che si potrebbe paragonare ad un gozzo del collo stesso, non è altro che un regolatore di flusso dell’acqua, nel senso che, inclinando il cicinàto, si riempie, fa uscire l’acqua, poi si riempie di nuovo, fa uscire l’acqua e così via. In questo modo l’acqua esce a fiotti, ritmicamente, per cui la sua fuoriuscita non è continua, ma, lo ripeto fuoriesce a fiotti. 
Oltre che far uscire a fiotti l'acqua dal contenitore, va detto che questa rigonfiatura contiene mediamente una quantità di acqua uguale a quella che contiene generalmente la bocca di un normale essere umano adulto. Questa combinazione di fatti produce una bevuta tranquilla nel senso che l’acqua esce un fiotto alla volta, il contadino se lo beve, contemporaneamente il cicinàto produce un altro fiotto che il contadino beve subito dopo. In altre parole il cicinàto permette al contadino di farsi delle belle sorsate di acqua fresca, facendolo quindi dissetare bene, dandogli acqua sempre molto fresca con tutta la comodità del caso.