mercoledì 29 gennaio 2014

Urbana146, arte e artigianato nel cuore di Roma

C’è un luogo nel cuore di Roma dove arte ed artigianato di qualità si incontrano. Quel posto è Urbana146.


L'ingresso a Urbana146

Un laboratorio che ha trovato casa in pieno centro a Roma, nel Rione Monti, sempre attento alla cultura e all’arte.
Un luogo vivo che rappresenta nel migliore dei modi la creatività e l’eccellenza della cultura italiana.
Un luogo dove artisti e artigiani hanno la possibilità di esporre e vendere le proprie opere, frutto di creatività, originalità, passione, talento. Opere di varia natura, realizzate con materiali e tecniche differenti.

In occasione dell’inaugurazione di questo laboratorio abbiamo avuto la possibilità di chiacchierare con chi anima questo luogo d’arte e artigianato: il direttore Claudio Miani e la curatrice Sara Pessato.

 
Alcuni momenti dell'inaugurazione di Urbana 146


Urbana146 è un luogo, un progetto. Ma chi c’è dietro a Urbana146?
C’è un gruppo di lavoro che da diverso tempo si occupa di promuovere la Cultura e ogni forma espressiva che a nostro giudizio meriti attenzione. Da oltre cinque anni gestiamo uno spazio a San Lorenzo, il Sinergy Art Studio, che si occupa prevalentemente di corsi, rassegne cinematografiche ed eventi teatrali e da quest’anno abbiamo deciso di aprire i nostri orizzonti verso l’artigianato italiano e internazionale e l’arredo ecosostenibile.

Scavando nella giovane storia di Urbana146, è facile scoprire che tutto nasce da un progetto precedente, La Maison des artistes. Si tratta di uno stop and go, di una ripartenza o di una naturale evoluzione del progetto?
E’ certamente una naturale evoluzione del primo Store che avevamo avviato lo scorso anno. Il cambiamento è stato dettato per offrire un servizio migliore ai nostri utenti, riservando un maggiore spazio agli artigiani e strutturando un apposito settore ai laboratori a vista, dove stiamo procedendo alla realizzazione di differenti Corsi: dalla Cermaica al Decoupage, dalla lavorazione dell’argento alla tessitura. Il cambiamento di nome è stato dettato principalmente da una ricerca di mercato portata avanti dal nostro staff, per meglio collocarci all’interno del reticolato territoriale. Essere più visibili e immediatamente identificabili.

Urbana146 ha vissuto poche settimane fa la sua inaugurazione con un notevole successo. Urbana146 sorge negli stessi ambienti che hanno ospitato La maison des artistes ma con un rinnovo dei locali e dell’arredo. La scelta è caduta su un arredo bioecologico, dalle linee essenziali e semplici. Sembra quasi si sia voluto far parlare gli oggetti ed i materiali. Quali le motivazioni e l’importanza di questa scelta per riuscire a creare postazioni di vendita altamente raffinate e personalizzabili a seconda delle esigenze espositive dell’artista e dell’artigiano?
Un particolare degli arredi bioecologici
nel laboratorio Urbana146 
La motivazione principale è stata quella di creare un connubio tra ciò che ogni singolo artigiano crea e il locale che ospita queste stesse creazioni. Abbiamo avviato così delle collaborazioni con differenti artisti e architetti di tutta Italia, selezionando accuratamente dei materiali che potessero ben rispecchiare questa nostra esigenza. Abbiamo così evidenziato come potesse essere interessante ad esempio avviare un discorso con Daniele Piazzola e Stefano Nodari che con il marchio DS Quadro hanno dato vita al progetto Join, un sistema modulare in legno ad incastro, liberamente assemblabile. Abbiamo avviato collaborazioni più strette anche con l’Accademia dello Zazar, progetto nato nel 2001 all’interno dell’Esercito della Salvezza, che ci ha fornito delle strutture costruite con materiale riciclato come i pallet. Ci siamo poi avvalsi di Marco Orlandi e delle Ecocentriche per tutto quel che riguarda l’illuminazione dello Store, anche in questo caso si tratta di creazioni nate da materiali di riciclo e recupero. Come è facile comprendere, la base del nostro progetto è l’utilizzo della rete, della comunicazione e dell’interscambio. Offriamo una vetrina su Roma, nel quartiere forse maggiormente attento alle nuove esigenze artistiche come è Monti, cercando in cambio di avere dei materiali e delle strutture di elevato pregio e valore, e ci sembra che per il momento siamo sulla strada buona per proseguire il nostro progetto.   

 

Qualcuno potrebbe obiettare che Urbana146 è semplicemente un negozio. Mi verrebbe da dire che oltre ad essere un negozio è un vero e proprio laboratorio. Un luogo di incontro tra persone, cultura e arte. A voi la parola!
Riprendo il discorso di poco fa. L’interscambio, la rete la conoscenza e l’attenzione verso tutte le persone che ci forniscono suggerimenti, consigli, idee, è proprio ciò che sta dietro a Urbana146. Crediamo che il punto forte di ogni attività, sia lavorativa che personale, sia la comunicazione. Bisogna confrontarsi e essere capaci a mutare la propria opinione quando ci si confronta con chi ne sa più di noi, o semplicemente con chi, avendo un’ottica differente dalla nostra, ci mostra delle sfumature che ci erano sfuggite. Urbana146 è esattamente questo, un laboratorio comunicativo, dove ogni artigiano propone non solo le proprie creazioni, ma la propria figura, la propria personalità, il proprio unico modo di intendere l’essere artista. 

Urbana146 ospita opere di differenti artisti ed artigiani, talvolta molto diverse tra loro. C’è qualcosa che le accomuna? C’è un filo conduttore che accompagna chi entra nel laboratorio?
Per l’appunto il filo conduttore è la comunicazione. Miriamo a selezionare artisti e artigiani che attraverso la propria opera comunichino quel che sono. Mi viene da pensare alle creazioni provenienti dal Cameroun, realizzate da Madame Monique, sarta locale, capace di trasformare dei pagnes in meravigliosi incontri di colore, per non parlare del gioco di linee realizzato da Pietro Zucca per dar corpo al nostro banco di accoglienza. Una scultura in ferro e vetro estremamente elegante e onirica al punto giusto. O la riproduzione del cargo Nereo, costruito interamente a mano nel 1956 da Manlio Miani e esposto nel nostro store. Ecco, il filo conduttore è il concetto di visivo, tutto è reale poiché visto e comunicante. Una sorta di calvinesco Palomar, un occhio che guarda, produce e rende vero ciò che è presente.

Un consiglio per tutti i giovani artisti ed artigiani che cercano di trovare la loro strada.
Beh, la cosa più semplice da dire è: non vi arrendete e credete in voi stessi, la cosa forse più importante è: abbiate il coraggio di non esser presuntuosi e ascoltate tutti quelli che vogliono darvi suggerimenti.

Grazie e in bocca al lupo.
Grazie a te del tempo e della pazienza.

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